Non si ferma la travolgente onda perugina che investe il podio di Schignano.
Michele Mattioli sale sul gradino più alto con un tempo totale di 300,03 mentre il fratello Ramiro Mattioli conquista il secondo posto; a nulla è valso lo sforzo di Battista Franzoni per contrastare i forti piloti del Perugia Cart's piazzandosi al terzo posto.
Già vincitore della scorsa edizione Battista era il favorito di questo percorso toscano, forse lo stress ha fatto commettere piccoli errori che sono costati cari facendolo retrocedere; l'avvicendarsi dei tre piloti è stato continuo ad ogni gara dove nello spazio di 2 secondi ha fatto capolino anche la prestazione di Marco Naldini che ha concluso però al quarto posto la sua gara.
Era evidente fin dalle prime battute della mattinata che lo sterminatore punta ormai a fare "cappotto" e potrebbe concretizzarsi con la vittoria dell'ultima gara di Campionato Italiano il 15 settembre a Casella-valdipino (SP).
Sei gare su sei sarebbero troppe anche per me che per non rendere monotona la cronaca cuscinetto singolo del giorno dopo non saprei più che inventarmi per scrivere 2 righe(!)
L'impianto accusatorioL'evidente superiorità di mezzi e l'innegabile bravura consente ai due piloti di ottenere questi risultati strabilianti, forse troppo sospetti a detta di molti e quindi genera dubbi e perplessità all'interno della comunità N8 al punto da far ipotizzare possibili irregolarità (per esempio) sulle ruote usate dai due fratelli del Perugia Cart's.
Ma anche lo stesso comportamento guardingo e schivo, il non perdere mai di vista il proprio mezzo durante la fase di recupero, il montare flange che celano il contenuto del cuscinetto, i repentini abbassamenti della tempistica come se avesse il potere diabolico di fare i tempi migliori manomettendo la flangia superiore dei cuscinetti per acuire lo spigolo che aumenta il grip in sterzata... ecc ecc
La difesa
Per quanto riguarda le ruote è possibile richiedere la verifica seguendo le procedure dettate dai giudici di gara ma fino adesso nessuno lo ha fatto; i mezzi in fondo sono li da vedere e tutti possono "rubare" con gli occhi i segreti meccanici e costruttivi di questi veicoli che sono molto diversi dai canoni tradizionali; per esempio la redistribuzione del carico inerziale durante la sterzata, la struttura flettente che avvolge il baricentro del pilota, gli interassi e i meccanismi sterzanti per l'assorbimento delle vibrazioni che rendono il veicolo altamente competitivo rispetto agli abituali modelli esistenti, la precisione di costruzione ma anche l'esperienza del pilota.
Dettaglio del vecchio mezzo di Ramiro nel 2011
La proposta
Dopo un informale dialogo prima dell'ultima discesa si è giunti ad un compromesso amichevole per confutare ipotesi di scorrettezze; la gara finale Challenge di Cecina dell' 8 settembre sarà teatro di verità:
ipotesi 1 NON vince:
Se non dovesse vincere sarebbe molto grave; la prova provata che ha rimesso le biglie "normali" per passare indenne la verifica ed ecco che l'infamia cadrebbe su di egli, l'ignomia vergognosa lo perseguiterà per il resto delle sue gare e verrà relegato alle gare di periferia senza arte ne parte.
Per la federazione sarà si regolare ma agli occhi di tutti sarà l'esempio della blasfemia fatta ed esacrabile.
ipotesi 2 Vittoria piena
In caso di vittoria ( e deve vincere ) allora verrà portato subito in verifica per sfatare l'ipotesi di irregolarità del proprio mezzo. Dopo di che verrà festeggiato come si conviene ad un Campione naturalmente spese a carico del Perugia Cart's che non può lamentarsi dato che la causa di tutto ste fermento è lui, Michele Mattioli e il suo cappero di super mezzo.
Il problema viene dopo, perchè automaticamente la maggior parte dei piloti potrebbe modificare la struttura fisica del carretto per carpirne i segreti. Pensa tutti che costruiscono ste astronavi futuristiche... Se tutti avessero il carretto come i fratelli Mattioli sarebbe la rovina economica degli organizzatori che dovrebbero aumentare esponenzialmente il numero dei veicoli per il recupero a causa dell'ingombro di carico e l'impossibilità di impacchettarli verticalmente come si fa ora.
A parte considerazioni spiritose, personalmente auspico che questa vicenda si risolva nel migliore dei modi, che il comportamento in campo sia regolare da parte di tutti, non solo di chi appare come il sospettato
ma anche di chi il podio non lo ha mai raggiunto e che lo spirito agonistico sia di sana competizione e non becera malizia; se cosi fosse in uno sport dove non si guadagna NULLA in termini economici se non solamente le congratulazioni dei colleghi, chissà se fossimo sponsorizzati come nel calcio;
Sarebbe la morte dello speed down
Amen
